Un progetto di Medici Senza Frontiere in collaborazione con l’agenzia fotografica NOOR.
Fotografie di: Pep Bonet, Stanley Greene, Alixandra Fazzina, Jon Lowenstein, Francesco Zizola.
Negli ultimi secoli si è assistito ad un’urbanizzazione della popolazione senza precedenti. Nel 2007 le Nazioni Unite hanno stimato che più del 50% della popolazione mondiale viveva nelle città e non più nei villaggi e nelle campagne. Per il 2030 si prevede che l’80% dell’umanità sarà urbanizzata.
Insieme alla rapida urbanizzazione, negli ultimi quindici anni è stata senza precedenti anche la crescita dei cosiddetti slum o baraccopoli. Nel 1990, le persone che abitavano in slum erano 715 milioni e nel 2007 hanno superato il miliardo. I bisogni umanitari delle persone che vivono negli slum sono diventati sempre maggiori e complessi, e gli interventi sono ancora orientati verso un metodo di sostegno tradizionale, come ad esempio l’allestimento di campi e la fornitura di assistenza primaria in contesti rurali, dove le strutture sanitarie sono scarse.
Gli slum sono scenari urbani nuovi e sconosciuti per le persone del Nord del mondo, per questo Medici Senza Frontiere, in collaborazione con l’agenzia internazionale NOOR, ha dato vita al progetto “Urban Survivors” per sensibilizzare l’opinione pubblica su cosa significa, nel 2011, sopravvivere in baraccopoli che sono vere e proprie bombe a orologeria.
CONTESTI RAPPRESENTATI
– Dhaka (Bangladesh) – fotografie di Stanley Greene: nella baraccopoli di Dhaka, tra malnutrizione infantile, assenza di servizi igienico-sanitari, vulnerabilità alle catastrofi naturali;
– Martissant (Port-au-Prince, Haiti) – fotografie di Jon Lowenstein: uno degli slum più violenti della capitale haitiana, flagellato anche dalla recente epidemia di colera;
– Johannesburg (Sud Africa) – fotografie di Pep Bonet: dove la pandemia dell’AIDS si unisce alla tubercolosi multiresistente, in un ambiente in cui le tensioni sono altissime e dove hanno trovato rifugio i migranti in fuga dallo Zimbabwe;
– Karachi (Pakistan) – fotografie di Alixandra Fazzina: le attività di MSF per assistere le persone affette da tubercolosi e HIV/AIDS;
– Kibera (Nairobi, Kenya) – fotografie di Francesco Zizola: nella baraccopoli più popolata della capitale del Kenya per raccontare le storie di chi ogni giorno combatte la sua lotta contro l’AIDS e la tubercolosi.
Medici Senza Frontiere (MSF) è la più grande organizzazione medico-umanitaria indipendente al mondo creata da medici e giornalisti in Francia nel 1971. Oggi MSF fornisce soccorso umanitario in circa 60 paesi a popolazioni la cui sopravvivenza è minacciata da violenze o catastrofi dovute principalmente a guerre, epidemie, malnutrizione, esclusione dall’assistenza sanitaria o catastrofi naturali. MSF ha tra i suoi obiettivi l’assistenza indipendente e imparziale a coloro che si trovano in condizioni di maggiore bisogno; si riserva inoltre il diritto di denunciare all’opinione pubblica le crisi dimenticate, di contrastare inadeguatezze o abusi nel sistema degli aiuti e di sostenere pubblicamente una migliore qualità delle cure e dei protocolli medici. Nel 1999 MSF ha ricevuto il premio Nobel per la Pace.
La Fondazione NOOR (“luce” in arabo) è un’organizzazione internazionale non-profit nata nel 2007 ad Amsterdam che elabora e distribuisce materiale fotogiornalistico con lo scopo di accrescere la consapevolezza e la comprensione del mondo e contribuire alla storia visiva dell’umanità. Supporta la produzione di reportage fotografici su questioni relative ai diritti umani o di importanza globale, per portare “luce” su tematiche solitamente non rappresentate a sufficienza dai mezzi d’informazione: cambiamenti climatici, guerre e conflitti, diritti umani, disastri naturali.
Stanley Greene (1949, New York), dopo l’impegno sociale che ha caratterizzato i suoi anni giovanili, si è dedicato al giornalismo fotografico. Tra le sue fotografie più note, troviamo quelle scattate in occasione della caduta del muro di Berlino e durante la guerra in Cecenia. Ha vinto cinque World Press Photo Award e ha contribuito alla fondazione dello studio fotografico NOOR.
Pep Bonet (1974, Maiorca) lavora prevalentemente in Africa, dove ha immortalato, tra l’altro, le immagini della devastante epidemia di AIDS e le conseguenze della guerra civile in Sierra Leone. In passato aveva già lavorato con Medici Senza Frontiere e vinto il World Press Photo Award 2007 e 2008.
Alixandra Fazzina (Gran Bretagna, 1974) si occupa prevalentemente di questioni umanitarie che in altre sedi non ricevono l’attenzione necessaria. Collabora già da tempo con diverse agenzie dell’ONU e con organizzazioni non governative quali Medici Senza Frontiere. Vive in Pakistan ed è socia dello studio fotografico NOOR dal 2010.
Francesco Zizola (1962, Roma) ha studiato antropologia e fotografa scenari di crisi umanitarie dal 1986. I suoi scatti ritraggono, tra l’altro, la guerra in Iraq e le conseguenze delle mine terrestri in Angola. Nel 1996, ha vinto il World Press Photo dell’anno e altri sette World Press Photo Award.
Jon Lowenstein (1970, Stati Uniti) è fotografo professionista da più di dieci anni e il suo lavoro si è concentrato su temi quali povertà, potere e violenza. Ha spesso immortalato nei suoi scatti i viaggi dei migranti sudamericani verso gli Stati Uniti. Il suo lavoro è stato ricompensato da diversi premi fra cui alcuni World Press Photo.
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