Visita con l’autore sabato 15 ottobre 2016 alle ore 10:30 e domenica 16 ottobre 2016 alle ore 15:00 presso l’Ex Chiesa di San Cristoforo, via Fanfulla 14, Lodi.
Il 29 dicembre 1890, il 7° Reggimento di Cavalleria dell’Esercito Statunitense ha circondato un accampamento Sioux a Wonded Knee Creek, in South Dakota, massacrando il capo Indiano Spotted Elk (Alce Chiazzato) e trecento prigionieri di guerra. Dopo questa battaglia, sono state conferite qualcosa come 20 medaglie all’onore.
Oggi la tribù degli Oglala Lakota vive nell’ombra di Wounded Knee nella riserva indiana di Pine Ridge.
Ho iniziato a fotografare a Pine Ridge nel 2005. Si trattava di parte di una storia sulla povertà in America. All’inizio erano solo statistiche: 90% il tasso di disoccupazione, 70% quello di abbandono della scuola ed un’aspettativa di vita per gli uomini di 47 anni. Nel tempo, ho realizzato che queste statistiche provenivano da una profonda ferita storica. Le mie fotografie di Pine Ridge sono in seguito diventate la storia di un campo per prigionieri di guerra, la storia di un genocidio e di terre sottratte.
Undici anni dopo l’inizio di questo progetto, la storia e le mie relazioni nella riserva sono più intricate che mai. Questo racconto si è sviluppato fino a diventare la storia della mia famiglia, delle persone che mi chiamano fratello, nipote e zio.
‘Mitakuye Oyasin’ tradotto significa “Tutte le mie relazioni”. La tribù dei Oglala Lakota pronuncia questa frase all’inizio ed alla fine delle cerimonie. Uno dei miei fratelli, Andrew Ironshell, dice che questa frase implica “responsabilità, quasi una chiamata ad agire ed a riconoscere la vicinanza alla Terra, all’ambiente e agli esseri viventi che ci circondano”.
Mi sono imbattutto in qualcosa di sacro a Pine Ridge. Non so quale parte sia la cerimonia. Penso che tutto quanto vissuto in fondo lo sia.
Testo di Aaron Huey
Video e link
http://ngm.nationalgeographic.com/2012/08/pine-ridge/fuller-text
http://ngm.nationalgeographic.com/2012/08/pine-ridge/community-project-intro
Aaron Huey è un fotografo del National Geographic e un collaboratore della rivista Harper’s Magazine.
I suoi reportage dall’Afghanistan, Haiti, Mali, Siberia, Yemen e dalla Polinesia Francese (per menzionarne solo alcuni) trattano gli argomenti più svariati tra cui la guerra alla droga in Afghanistan o la fotografia sottomarina degli squali, e si possono trovare in pubblicazioni quali The New Yorker, National Geographic e The New York Times.
Huey è ampiamente conosciuto per la sua traversata degli Stati Uniti a piedi, percorrendo 3.349 miglia con il suo cane Cosmo. Il viaggio compiuto nel 2002 è durato 154 giorni. Non c’è stata alcuna copertura mediatica. Portando con sè una sola macchina fotografica e un obiettivo, Huey ha documentato i luoghi e la vita delle persone che ha incontrato lungo il suo cammino.
In seguito, Huey si è preso una pausa di due anni e mezzo, senza scattare foto per potersi dedicare alla creazione di un programma per artisti, chiamato Hueyhaus nei pressi del fiume Pecos, ad east della città di Santa Fe.
Aaron Huey dice: “ Il mio successo non si misura in denaro. Non una una sicurezza finanziaria, non ho risparmi. Misuro il mio successo chiedendomi se sto raccontando una storia che il mondo ha bisogno di sentire, se sto sensibilizzando le persone”
La sua lista di pubblicazioni e di riconoscimenti ricevuti è molto lunga, tra cui: PDN’s 30 Emerging photographers nel 2007, POYi Award for Feature Single nel 2009, World Press Award Contemporary Feature nel 2013, Independent Publisher Book Awards nel 2014.
Le sue fotografie sono state inoltre mostrate al Festival di Perpignan nel 2007 e nel 2012 e sono inoltre presenti presso la galleria Fahey/Klein di Los Angeles.