Visita guidata della mostra con l’autore Sabato 19 Ottobre, ore 11.30.
Ex Chiesa di San Cristoforo – via Fanfulla, 14.
La gente ultimamente mi descrive come un fotogiornalista ambientale, e credo che io lo sia diventato veramente. Questa arena è dove io passo il 70% del mio tempo. Faccio queste foto perchè mi sento d’aiuto in questo settore. Vedo gli umani come predatori di questo pianeta e guardo con sempre più crescente fastidio mentre approfittiamo del mondo animale e della natura. Consumiamo, non viviamo in armonia. Ho fotografato guerre, carestie e malattie, ma solo quando nel 2007 ho fotografato sette gorilla di montagna morti nella Repubblica Democratica del Congo mi son sentito utile. Fotografavo vari aspetti del conflitto in Congo da anni e pensavo di aver prodotto alcune immagini molto forti ma la reazione che ho avuto alle immagini del gorilla morti è stata senza precedenti. In tutto il mondo le persone sembrava ci tenessero, e non solo ai gorilla morti, ma che avessero un nuovo interesse anche alle vittime dei conflitti umani.
Per la prima volta ho sentito un’innata connessione tra l’uomo dell’essere umano e l’uomo della natura e a come i conflitti spesso rendono i confini confusi. Ho iniziato a spendere il mio tempo lavorando a storie che raccontano come l’uomo interferisce nel mondo della natura e come questo potrebbe determinare la distruzione di quest’ultima, e ho capito che non è possibile far tutto questo al nostro pianeta senza pagarne le conseguenze. C’è una brutta convergenza tra essere umano e il mondo animale. Ci avviciniamo ad essere otto miliardi di persone su questo piccolo pianeta, e questo non fa altro che aumentarne il deterioramento. In quanto spece al potere, abbiamo il dovere di prenderci cura della nostra casa e di tutti i suoi abitanti. Per me personalmente, gli animali sono come bambini, sono innocenti e hanno diritto al nostro amore, rispetto e soprattutto protezione. Alcune specie sono esseri senzienti. Hanno sentimenti, hanno uno spirito sociale, vivono in armonia e sono in grado di amare e dare affetto e ci conoscono molto più di quel che pensiamo. Il massacro che noi operiamo su di loro, in confronto al loro comportamento ci rende dei barbari. Viviamo in un’era in cui il mondo è più connesso che mai. C’è un enorme potenziale per arrivare a un sistema di valore comune per il nostro pianeta e per tutti i suoi abitanti. Per poterlo fare, dobbiamo raggiungere un equilibrio tra uomo e natura che deve diventare una priorità che si innalza al di sopra dei valori personali e individuali di ognuno. Ci son già troppe persone su questo pianeta, e se vogliamo evitare la sconfitta della nostra civiltà, dovremo dare all’ambiente la stessa priorità che diamo all’economia. Queste due cose non possono vivere l’una senza l’altra. Vedo il mio lavoro come contributo all’informazione che serve per dialogare sull’ambiente e sulla relazione tra l’uomo e l’ambiente. Siamo in una gara a tempo ormai, una gara che significa una sopravvivenza di 20 o 30 anni per molti degli animali che vivono liberi. Prova a immaginare un mondo dove elefanti, leoni, rinoceronti, gorilla, giraffe e tutti gli altri animali sopravvivono solo dietro le sparre in città inquinate. I tuoi figli non li vedranno mai nel loro ambiente naturale, non sapranno mai che sensazione si prova vedendo migliaia di animali durante le migrazioni. Non sapranno mai che sensazione si ha nel sentire un leone ruggire nella notte, o guardare un branco di elefanti che ti cammina davanti, facendoti tremare la terra sotto i piedi. Questi bambini non sapranno mai cosa si prova nel guardare dritto negli occhi un gorilla e vederlo mentre ti osserva con calma con occhi che possono essere descritti solo come profondamente umani.
Io ho avuto il privilegio di vivere tutte queste esperienze. Le mie fotografie sono un modo per comunicare la magia di questi momenti al pubblico e di avvertirli del fatto che siamo molto vicini dal perdere tutto questo per sempre
Brent Stirton è un fotografo sudafricano con un’estesa esperienza nel mondo dei documentari. I suoi lavori sono stati pubblicati su National Geographic Magazine, Human Rights Watch, Newsweek, Time, The New York Times Magazine, The Sunday Times Magazine, Geo, CNN, e molte altre testate di fama mondiale.
Per molto tempo è stato un fotografo per il WWF, fotografando per campagne per la sostenibilità e per l’ambiente. Ha inoltre lavorato per Ford, Clinton e Gates Foundations, la Nike Foundation e il World Economic Forum. Brent ha inoltre collaborato regolarmente con il Human Rights Watch.
Brent è stato eletto Young Global Leader, un programma affiliato al World Economic Forum, nel 2008. Brent è inoltre un Ambasciatore Canon, uno dei dodici fotografi che rappresentano la fotografia Canon. Brent ha lavorato approfonditamente sul tema dell’acqua, fotografando in oltre 30 nazioni in tutto il mondo. Ha inoltre fotografando sul tema dell’HIV/Aids in diversi paesi creando così un lavoro a lungo termine al quale continua a dedicarsi.
Brent ha vinto sette World Press Photo e sette The Picture of the Year International. Ha inoltre ricevuto sei Lucie Awards incluso l’International Photographer of the Year. Brent ha vinto svariati premi conferitegli dall’Overseas Press Club, il Frontline Club, il Deadline Club, il Days Japan, il China International Photo Awards, il Lead Awards Germany, Graphis, Communication Arts, American Photography, American Photo, il American Society of Publication Designers e il London Association of Photographers.
Brent ha anche ricevuto due premi dalle Nazioni Unite per il suo lavoro sull’ambiente e nel campo dell’HIV/Aids. Ha vinto inoltre il Visa D’or al Visa Pour L’ image Festival in Francia per la fotografia per la stampa. Brent ha vinto anche il National Magazine Award per il lavoro da lui svolto nella Repubblica Democratica del Congo per il National Geographic Magazine.
Brent ha girato un documentario sul Parco Nazionale di Virunga per la National Geographic Television ed è inoltre apparso nel programma. Tale documentario ha vinto un Emmy e un Bafta Awards come miglior documentario. Nel 2012 Brent riceve un Peabody Award per il suo lavoro svolto per il Human Rights Watch come lavoro più importante sviluppato elettronicamente. Nel 2013 riceve tre premi al Pictures of the Year internation, tra cui il primo premio nella categoria The Environmental Vision Award.
I suoi lavori sono apparsi in numerose mostre in tutto il mondo e le sue fotografia sono esposte in molte collezioni di musei. Brent ora lavora a progetto investigativi a lungo termine per il National Geographic, continuando a documentare problematiche legate al surriscaldamento globale, le culture a rischio di estinzione e il mantenimento dell’ambiente.
Sito internet: www.brentstirton.com