A cura di Chiara Cremaschi e Gaia Giani
In collaborazione con Cesvi
Foto e testi di: Mirvjen Bedini, Carol Anne Jimenez Carrasco, Anahì Gendler, Ruth Kong, Nayick Rivero, Yamilee Rivero, Cinzia Heather Villanueva, Maida Ziarati
“Partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni. Una gioia egoistica forse, ma una gioia, per colui che sa dare valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia sentirsi a casa ovunque, e partire alla conquista del mondo”. (Laila Mahmuda)
Anahì, Carol, Cinzia, Maida, Mirvjen, Nayick, Ruth, Yamilee: otto nomi, otto volti, otto storie di migrazione. Storie in bilico tra qui e là, tra presente e passato. Ognuna diversa dalle altre, ma ugualmente intensa, con il suo carico di emozioni e ricordi, di nostalgie e tenerezze. Un viaggio lungo una vita, o quasi, alla conquista di un sogno e di orizzonti nuovi, per scelta personale o familiare. Senza mai perdere di vista le proprie radici.
La mostra “Me, you and everyone we know” raccoglie frammenti di queste storie e ci restituisce un ritratto prezioso che è, in fondo, anche una finestra aperta sul nostro Paese. L’Italia vista da chi vive da “straniero” nella nostra terra, con il suo bagaglio di esperienze positive e negative, e il suo diritto a una vita felice. Dietro ogni scatto, la voglia di esprimersi dei protagonisti, le vibrazioni che emergono nel ricomporre il filo della propria identità, il desiderio di recuperare i valori e le tradizioni del proprio essere uguali e diversi.
In comune, l’istinto innato di conoscere se stessi e la propria storia, comunicando a cuore aperto con gli altri in un flusso di incontri e di scontri, di scambi e a volte di chiusure.
Israele, Repubblica Dominicana, Ecuador, Perù, Iran e Albania sono i Paesi di provenienza degli autori, fotografi non professionisti che insieme hanno partecipato a un laboratorio sull’auto-rappresentazione ideato e curato da Chiara Cremaschi e Gaia Giani e promosso da Cesvi. Un percorso basato sulla scoperta di se stessi, che è diventato nel corso dei mesi una vera e propria attività interculturale. Un percorso fotografico arricchito dai testi, racconti scritti scavando nella memoria, con entusiasmo ma anche con nostalgia e dolore, alla ricerca di quell’immagine mancante in grado di ricomporre il puzzle di tutta una vita.
“Me, you and everyone we know” è un’occasione unica per dare voce, attraverso immagini e parole, alla ricchezza che emerge dall’incontro tra culture lontane, stimolando il dialogo e l’integrazione.
La mostra, realizzata con il sostegno di Fondazione Cariplo, si inserisce all’interno del progetto “Due sponde”, nato dall’incontro di dodici organizzazioni italiane e internazionali specializzate in interventi di co-sviluppo.
Cesvi è un’organizzazione umanitaria laica e indipendente che opera in tutto il mondo per affrontare ogni tipo di emergenza e ricostruire la società civile dopo guerre e calamità. La sfida del Cesvi è trasformare il soccorso umanitario in un’occasione per realizzare progetti che favoriscono l’autosviluppo delle comunità beneficiarie.
In Italia e in Europa, Cesvi promuove iniziative di educazione e di sensibilizzazione, con un’attenzione particolare ai giovani. Di recente ha iniziato a lavorare su tematiche di co-sviluppo con le comunità di migranti presenti nel nostro Paese.
Sito internet: www.cesvi.org
Curatrici della Mostra
Chiara Cremaschi e Gaia Giani si conoscono scrivendo il soggetto del film Baby Blues. Hanno in comune un percorso nel documentario, l’una come scrittrice e regista, l’altra come producer e fotografa, la passione per la danza e una forte ricerca artistica ed etica. Una ha studiato a Parigi, l’altra a Londra. Insieme hanno dato vita al laboratorio sull’auto-rappresentazione e racconto di sé.