Visita con l’autore sabato 22 ottobre 2016 alle ore 16:30 e domenica 23 ottobre 2016 alle ore 11:30 presso l’Ex Chiesa di San Cristoforo, via Fanfulla 14, Lodi.
Norilsk, nel nord della Russia, è dopo Murmansk la seconda città più grande del Circolo Polare Artico, con una popolazione di oltre 177.000 abitanti.
Ancora oggi Norilsk non ha alcun collegamento via terra con il resto del mondo ed è raggiungibile solo in aereo o per mare.
E’ anche una delle dieci città più inquinate al mondo. Due milioni di tonnellate di gas vengono emesse nell’ambiente ogni anno; 100.000 ettari di tundra si sono inariditi nel raggio di 30 km; l’aspettativa di vita è di 10 anni inferiore rispetto alle altre regioni della Russia. Il rischio di tumore è due volte maggiore. Le malattie respiratorie sono molto frequenti.
Giacimenti ricchi di metalli e minerali fanno della regione un’importante fonte a livello mondiale di materie prime come nichel, cobalto, platino e palladio. A Norilsk sorge il più grande complesso metallurgico e minerario del mondo. Quasi il 56% dell’attuale popolazione è impiegato nel processo industriale.
Norilsk è stata fondata a metà degli anni ‘30, e fino al 1956 era un Gulag sovietico. Per circa 20 anni, 500.000 prigionieri, molti dei quali hanno perso la vita, sono stati costretti ai lavori forzati per costruire le miniere, le fabbriche e la città stessa, in condizioni di freddo estremo e fame.
Norilsk è una citta caratterizzata da un clima estremamente rigido, con temperature che scendono sino a -50°C in inverno, per poi salire ad un massimo di 20/30°C durante la breve estate. La città è coperta di neve per 250-270 giorni all’anno, con frequenti e violente tempeste di neve. La notte polare si estende da novembre fino a metà gennaio – periodo durante il quale il sole non sorge mai sopra l’orizzonte.
Il susseguirsi di giorni e notti polari influenza pesantemente le condizioni fisiche e psicologiche. I cittadini di Norilsk soffrono della ‘sindrome della notte polare’, che causa ansia, nervosismo, sonnolenza o insonnia, a seconda delle stagioni. Il disagio psicologico e gli scarsi stimoli emotivi sono responsabili di molti casi di depressione.
Norilsk costituisce così un esempio emblematico di come l’uomo possa adattarsi a condizioni climatiche avverse, al disastro ecologico e all’isolamento, vivendo in condizioni di autosufficienza.
Testo di Elena Chernyshova
Elena Chernyshova è una fotografa documentarista russa che abita in Francia. E’ nata nel 1981 a Mosca, URSS.
Fotografa autodidatta, ha sviluppato la passione per questo linguaggio visivo durante i suoi studi presso l’accademia di Architettura. Dopo aver lavorato per due anni come architetto, Elena ha abbandonato il suo impiego e ha percorso in bicicletta con Gael de Cevoisier il tragitto da Tolosa a Vladivostok e viceversa: 30.000 chilometri, 26 paesi, 1.004 giorni di esperienze che, sul piano culturale ed umano, l’hanno messa alla prova. Da questo viaggio è scaturita la decisione di diventare una fotografa.
La fotografia è per lei uno strumento per indagare la vita quotidiana di diversi gruppi e comunità nel contesto dei cambiamenti ambientali, politici ed economici. L’obiettivo del suo lavoro è quello di rappresentare visivamente l’impatto delle attività umane, i differenti modi di adattarsi e la molteplicità degli stili di vita.
Nel 2011 Elena ha ricevuto una borsa di studio dalla Fondazione Lagardère per lavorare a un reportage fotografico dal titolo ‘Days of Night – Nights of Day’ sulla vita quotidiana nella città industriale di Norilsk, situata a 400 chilometri a nord del Circolo Polare Artico in Siberia.
Elena ha pubblicato i suoi reportage su: National Geographic, Geo, 6 Mois, Le Monde, Le Figaro, Neon, Internazionale, Days Japan, Courier International, Le Temps, Sunday Times, A/R magazine, Newsweek Russia.
Ha vinto i seguenti premi: FREELANCE Award 2016, Honorable mention; World Press Photo 2014; Days Japan International Photo Journalism Awards 2014 – Special Prize by the Jury; ‘Coup de cœur of ANI’ 2010 (al ‘Visa pour l’Image’ festival), con il progetto ‘Awaiting Movement’; ‘European Emerging Talent’ al Nikon International Photo Contest 2008-2009.