Massimo Sestini - Ho visto cose


 

Visita guidata domenica 18 ottobre 2015 ore 11.30 presso l’ex Chiesa dell’Angelo, via Fanfulla 22, Lodi.

Tutto ciò che capita dev’essere conosciuto? Sì se è una notizia. Sono almeno trent’anni che Massimo Sestini la pensa così. E questa premessa, quasi inconsapevole, e apparentemente priva di giustificazioni “alte”, spesso eticamente discutibile, ha fatto di lui il fotografo dell’exploit. Un testimone dalle imprese impossibili: l’imbucato -per noi- nella Storia.

Dai primi, celebri, scoop (Licio Gelli in Svizzera, il bikini di Lady D, il rapido 904 carbonizzato in galleria), fino al servizio sul barcone di migranti salvati al largo della Libia, sono trascorsi decenni di Storia europea e centinaia di migliaia di suoi scatti. Per seguirla, Sestini ha sperimentato ogni genere di fotografia, ma è rimasto fedele a un principio: esserci. Dare di ogni evento un’informazione di prima mano, costi quel che costi: denunce, giorni su alberi, travestimenti, foto aeree, scatti dal buco nella cravatta, dal marsupio, da una macchina nascosta in un vaso di fiori e radiocomandata a distanza.

Il fatto di essere mosso da un obbligo soltanto professionale, oltre che da quel senso d’insicurezza che porta al perfezionismo, ne ha fatto un fotoreporter, un giornalista libero. L’ha portato a non far differenze. Così il concetto di paparazzata si è allargato fino a contenere un principio assoluto: mettere a nudo quella parte di realtà protetta, a esclusivo godimento di altri, e che rischia di essere oscurata.

Una retrospettiva di Massimo Sestini diventa così un viaggio nei retroscena del potere, nella sala comandi di questo Paese, nei suoi momenti tragici, grotteschi, elevati o bassissimi degli ultimi 30 anni. Dalla foto rubata in Parlamento il primo giorno del governo Berlusconi, alle sue esclusive sulla “scena del delitto” del G8 genovese, degli attentati a Borsellino e Falcone, dei matrimoni blindati del jet-set, di Muti che dirige la prima della Scala, sorpreso dall’alto, nascosto nel lampadario.

L’obbligo di portare a casa lo scatto -non si può pensare alla carriera di Sestini, senza considerare il rapporto con il giornale, con la committenza-, lo hanno spinto a trovare modi diversi per avvicinarsi all’evento. La scelta più duratura, è paradossale: da vent’anni, Sestini è diventato un sorvolatore della vita e degli eventi. Le sue foto aeree, da centinaia di metri di distanza, sono andate più vicine.

Di fronte al soggetto umano -ne sono prova i ritratti posati o rubati- Massimo Sestini si è mostrato imparziale e tirannico: ognuno ha dovuto interpretare se stesso, senza approssimazioni o sconti. Così Ciampi non può che essere in bicicletta, Fede inciampare; la gente è nuda o al gabinetto, in cima a un albero di barca a vela, alto sessanta metri. Lo è stato anche con se stesso. Per convincersene, basta cercarlo tra le foto in mostra.

Testo di Michele Neri

 

Massimo Sestini

Massimo Sestini_ritrattoMassimo Sestini è nato a Prato (Firenze) nel 1963. Autodidatta, comincia fotografando concerti rock e la cronaca per i quotidiani locali. I primi scoop a metà anni Ottanta. Con lo scatto dell’attentato al Rapido 904 ottiene la sua prima copertina su Stern.

Da quel momento, oltre a seguire la cronaca, fondando l’Agenzia omonima, si dedica sia ai grandi avvenimenti d’attualità, che alle foto “rubate” ai personaggi pubblici. E’ l’inizio della sua carriera di paparazzo. L’approccio non cambia: essere sulla notizia, qualunque sia il mezzo per arrivarci.

E’ il solo a riprendere il primo, clamoroso, bikini di Lady D; ma sarà anche testimone della tragedia della Moby Prince, e autore delle foto dall’alto degli attentati a Falcone e a Borsellino.

Negli anni Novanta Sestini collabora con le principali agenzie e newsmagazine. Le foto aeree diventano una costante: arrivano le esclusive del Giubileo, del G8 a Genova, dei funerali di Papa Wojtyla.

Nel 2007 inizia a collaborare con le istituzioni: nel 2012 s’immerge con i sommozzatori della Polizia nella “Concordia” appena affondata. Lavora per la Marina Militare al progetto “Un sogno lungo cento giorni”.

Nel 2014 è a bordo della “Fregata Bergamini”, testimone delle operazioni “Mare Nostrum”. La foto dall’elicottero di un barcone di migranti tratti in salvo vince il WPP nel 2015, sezione General News.

Sito Web: www.massimosestini.it