Visita guidata della mostra con l’autore Venerdì 17 Ottobre, ore 17.00 – Archivio storico – Via Fissiraga 17, Lodi. MAPPA
In occasione dei cinquanta anni dell’ONG, MLFM propone una mostra per raccontare l’impegno dei suoi volontari.
L’identità dell’ONG è frutto di questi anni passati al fianco dei più poveri; nel frattempo molti aspetti della cooperazione sono cambiati, ma lo spirito dei fondatori di MLFM è ancora vivo e tutt’oggi determina le scelte future.
All’inizio degli anni ’60 si operava nei Paesi in via di Sviluppo attraverso aiuti umanitari, mentre attualmente si lavora con articolati progetti di sviluppo, volti a rendere indipendenti le comunità locali.
Le immagini vi condurranno, attraverso gli occhi del cooperante, all’incontro con Paesi e popoli altri, raccontando contrasti, meraviglia, stereotipi, aspettative, desideri e speranze.
Apre la mostra un’immagine che ritrae Andrea, un volontario MLFM che, con ironia e autocritica, consegna all’osservatore la chiave per dare il via all’Incontro, condizione indispensabile per gettare le basi di un progetto di cooperazione.
Il colore delle fotografie che seguono riflette l’apertura dei sensi: il cooperante si lascia trasportare dall’entusiasmo e dalla curiosità del nuovo. Coglie l’invisibile, lo cattura in uno scatto e i confini che separano le due culture sembrano dissolversi.
Attraverso sei scatti di Silvia Morara si racconta questa prima fase empatica dell’incontro: la conoscenza di un Paese e della sua gente. Come nelle fotografie, anche nella cooperazione spesso succede che si scelga di andare oltre il “primo piano” e di focalizzare una problematica più nascosta.
Il ritratto di Sara, una cooperante, che parla con Marie, è simbolo di come questo processo di conoscenza profonda dell’altro ci permette di definire meglio i nostri confini, la nostra identità culturale, nel rispetto di entrambe le parti.
E’ il momento dell’ascolto, del rispetto: “della giusta distanza che consente loro di scaldarsi e nello stesso tempo di non farsi del male reciprocamente” (Cit. Shopenhouer, Il porcospino).
Trovata la giusta empatia inizia quindi il dialogo, che è la vera premessa di un progetto di cooperazione e permette di creare un sentimento di fiducia che dura nel tempo.
Con le sei fotografie di Paola Codeluppi, tratte dalla mostra su Ek Abana “Scatti di vita quotidiana”, MLFM vuole così raccontare un progetto che ben lo rappresenta, nel quale il colore passa in secondo piano perché ci si concentra sulle relazioni instaurate.
Il progetto Casa Ek Abana comincia nel 2001 in Rep. Dem. del Congo grazie al volontariato di Natalina Isella. La struttura sostiene bambine accusate di stregoneria; ad oggi sono più di duecento i minori che hanno trovato la serenità. Oltre ad accoglierle e accompagnarle nella loro crescita, MLFM lavora con le rispettive famiglie e comunità allo scopo di demistificare la credenza della stregoneria e quindi riunire i nuclei famigliari.
Questo progetto incarna lo spirito dell’ONG, continuità e dedizione, ma soprattutto rivela il vero obiettivo della nostra cooperazione: non fare mera carità né assistenzialismo, ma trovare la “giusta distanza” per accompagnare e sostenere queste comunità in un percorso volto alla sostenibilità futura, all’ autonomia e all’indipendenza.
Silvia Morara nasce nel 1971 e da allora vive. Dopo una laurea in filosofia ed un’esperienza lavorativa di un anno come cooperante in Albania si dedica a tempo pieno alla fotografia. Diverse collaborazioni con agenzie fotografiche italiane la portano dalla cronaca nazionale a quella internazionale partendo dal Kossovo e dalla ex Jugoslavia (Croazia, Bosnia, Serbia, Macedonia) per approdare in medioriente, Pakistan ed Afghanistan. A partire dal 2002 si dedica di più all’approfondimento e si sposta verso il continente africano: Sud Africa, Ghana, Burkina Faso, Niger, Uganda, Sudan, Angola e Nigeria, guidata dalla propria curiosità e dalla voglia di raccontare storie con tempi più rilassati rispetto a quelli delle news. Negli ultimi anni riscopre la voglia di fermarsi e di fotografare la propria realtà e di approfondire, attraverso le immagini, ciò che spesso è più difficile raccontare: “casa propria” e se stessi riflessi nell’ambiente in cui si è cresciuti e che non sempre si conosce. Nascono da qui lavori, alcuni diventati libri, altri mostre, su Milano (MilanoXXI secolo), sull’Italia folk delle balere (Let’s dance!), sul paese di Bonassola (Bonassola, the quiet season) e sulla provincia (Per nascita o per scelta. Genti d’Oltrepo); la mostra collettiva a Barcellona Domestic e il libro per bambini Un Bacio. Nel 2012 il secondo libro Fotografi pronti allo scatto con l’editrice La scienza. Dal 2011 tiene corsi di fotografia e reportage presso lo Spazio Labò di Bologna. Nel 2013 espone al Ragusa foto festival curato da Giovanni Chiaramonte. Nel 2014 uscirà il suo primo documentario “Io sono Diogene, e questa è la mia terra” (www.iosonodiogene.info). Attualmente lavora come fotografa free lance, rappresentata dall’agenzia Corbis, e come raccontastorie sia in video che in audio (www.moraratosatto.vimeo.com). Sito personale: www.silviamorara.photoshelter.com
Paola Codeluppi è nata a Milano nel 1970, dove vive e lavora. Ha una formazione di grafica pubblicitaria, fotografa, photo editor. Ha iniziato a lavorare nella fotografia come fotografa di scena per teatri e set cinematografici e pubblicitari, oltre a lavorare nell’ambito dello still-life, pubblicità, reportage industriale. Nel tempo ha cominciato ad approfondire il reportage fotografico collaborando con diverse Ong, viaggiando e fotografando soprattutto in Africa, ma anche in India e Libano. Dal 2003 lavora anche nella post-produzione cinematografica come colorist, pur continuando l’attività di fotografa e a portare avanti progetti personali. “Arrivare al reportage è stato per me un percorso naturale, mi piace raccontare per immagini e mi piace la possibilità che la fotografia mi dà di scrivere una storia e cercare nuovi percorsi narrativi “. Sito personale: https://www.flickr.com/photos/paola_codeluppi/ –Cinquanta anni di vita, tre continenti, molte opere, tante, tantissime persone coinvolte: il Movimento per la Lotta contro la Fame nel Mondo di Lodi nasce nel 1964 con il proposito di combattere la denutrizione e il sottosviluppo. Diviene prima Associazione, poi, nel 1983, ottiene l’idoneità dal Ministero Affari Esteri Italiano per operare in qualità di Organismo Non Governativo (ONG). L’anno prima entra a far parte della Federazione degli Organismi Cristiani per il Servizio Internazionale Volontario (FOCSIV).
La lotta alla fame e alla povertà diventano la vera missione dell’Organismo. Da subito sceglie di operare con progetti di sviluppo e non nell’emergenza. Portare acqua potabile è l’obiettivo primario senza precludere con ciò interventi di educazione, sensibilizzazione e formazione. Il supporto e il lavoro della popolazione locale è elemento imprescindibile nella realizzazione degli interventi del MLFM, che si impegna a fornire mezzi e competenze, ma senza agire in autonomia e indipendentemente dalla richiesta degli abitanti del luogo, il cui appello esplicito deve essere il punto di partenza.
In Italia lavora per diffondere un nuovo atteggiamento culturale che punti allo sviluppo integrale dell’uomo ed evidenzi la necessità di un approccio globale alle problematiche del sottosviluppo, favorendo, specie in ambito scolastico, l’educazione alla mondialità. In particolare, organizza corsi di formazione per giovani volontari in Italia e all’estero, attività di educazione alla mondialità per scuole di ogni ordine e grado, campi estivi di turismo responsabile, campagne di raccolta fondi, attività di comunicazione ed eventi solidali. Ospita presso la propria sede Volontari in Servizio Civile, tirocinanti delle principali università italiane e accoglie volontari per le attività di promozione sul territorio.
Sito: www.mlfm.it