Il fotografo documentarista Marc Asnin ha di recente lanciato una campagna fotografica, dal respiro internazionale, contro la pena di morte.
L’iniziativa, intitolata Selfies Against the Death Penalty, intende sensibilizzare l’opinione pubblica contro il continuo ricorso in molti Stati americani, e non solo, a questa pratica barbara, sfruttando il potere dei social media e il recente successo popolare ottenuto dalla forma di autoritatto nota con il nome di selfie.
Viene infatti richiesto ai partecipanti di caricare sulla pagina web http://final-words.org/selfie-campaign/ un proprio autoritratto in primo piano, e di scrivere una didascalia che completi la seguente affermazione: “Io sono contro la pena di morte, perché…”. I fotografi sono invitati a uploadare i loro selfie nell’apposita sezione all’indirizzo http://final-words.org/selfie-campaign.
Ciò permetterà a chiunque di esprimere in maniera personale e creativa la propria opposizione alla pena di morte e, allo stesso tempo, di dimostrare il proprio sostegno al crowd-funding che sarà lanciato il 6 ottobre dall’autore per la realizzazione del suo prossimo libro, intitolato Final Words, che riunisce le immagini e le ultime parole di una serie di uomini e donne giustiziati in Texas.
I selfie e le relative dichiarazioni contro la pena di morte realizzati dai sostenitori della campagna di raccolta fondi per il libro Final Worlds saranno infatti riuniti in una mostra itinerante. Un modo per rendere ancora più chiaro l’obiettivo sotteso del libro: combattere la pena di morte.
Per maggiori informazioni: http://final-words.org.
Marc Asnin è un celebre fotografo documentarista che ha pubblicato su numerose testate quali Life, Fortune, The New Yorker, The New York Times Sunday Magazine, French Geo, La Repubblica, Le Monde e Stern.
I suoi lavori sono stati esposti in musei e gallerie negli Stati Uniti e in Europa, tra i quali al MOMA, al Baltimore Museum of Art, al Moscow Museum of Modern Art, alla Steve Kasher Gallery e alla Blue Sky Gallery.
Altri sono presenti in alcune collezioni permanenti come al National Museum of American Art, all’International Center of Photography, al Museum of the City of New York, al Portland Museum of Art, al Zimmerli Art Museum e al Schomburg Center.
Ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra i più importanti: Robert F. Kennedy Journalism Award, W. Eugene Smith Grant per la fotografia umanitaria, Mother Jones Fund per la fotografia documentaristica, National Endowment for the Arts Fellowship, New York Foundation for the Arts e the Alicia Patterson Fellowship.
Il suo lavoro è inoltre apparso su libri quali Uncle Charlie (Contrasto 2012), The New York Times Magazine Photographs (Aperture 2011), After Weegee (Syracuse University Press 2011), New York 400 (Running Press, 2009), Blink (Phaidon Press, 1994) e Flesh & Blood (Picture Project 1992).
Sito personale: www.marcasnin.com