ORARIO AGGIORNATO: Visita guidata della mostra con l’autore Domenica 26 Ottobre, ore 17.30 – Ex Chiesa di San Cristoforo, Via Fanfulla 14, Lodi. MAPPA
Il bambino reggeva in mano una torcia, unica fonte di luce all’interno della buia capanna di fango. Mostrò la torcia a Nasirian, che giaceva a terra, nuda e legata. Il fascio di luce colpì le cosce nude di Nasirian.
Tutto accadde velocemente.
Una delle donne aveva un’ordinaria lametta tra le mani. Nasirian piangeva ed il pavimento si stava ricoprendo di sangue. Più il sangue fuoriusciva e più la bambina urlava.
Dopo pochi minuti i suoi genitali erano completamente irriconoscibili.
L’ Organizzazione Mondiale della Sanità stima che ci siano più di 140 milioni di donne vittime di mutilazione nel mondo. La mutilazione dei genitali femminili è una tradizione praticata in 28 paesi del mondo. Nonostante questa pratica sia stata dichiarata illegale in Kenya, essa rappresenta ancora un’ importante tradizione tra le tribù come quella dei Masai.
Le cause di questo fenomeno sono da riscontrare in un insieme di fattori culturali, religiosi e sociali radicati nelle famiglie e nelle comunità. La tradizione ha origine dal fatto che gli organi genitali femminili sarebbero ritenuti impuri. Le mutilazioni genitali sono spesso giustificate da credenze circa quanto viene ritenuto un comportamento sessuale appropriato, collegando la procedura alla verginità prematrimoniale ed alla fedeltà coniugale.
La mutilazione femminile è stata largamente giudicata come una pratica contraria ai diritti umani e come una seria violazione all’indipendenza sessuale delle donne. Essa riflette una radicata disuguaglianza tra i sessi e costituisce un’ estrema forma di discriminazione verso le donne.
Link Approfondimento: http://www.irinnews.org/indepthmain.aspx?InDepthId=15&ReportId=62476 Sito Aidos: http://www.aidos.it/lang/
Meeri Koutaniemi è una fotografa freelance di 26 anni nata in Lapponia, che vive e viaggia in diverse parti del mondo. Koutaniemi ha iniziato come fotogiornalista, grazie ai suoi progetti autonomi. Si occupa di fotogiornalismo documentativo riguardante questioni politiche e sociali, come la difesa dei diritti umani e delle minoranze. Ha studiato fotogiornalismo all’Università di Tampere ed attualmente organizza workshop di fotografia.
Koutaniemi ha lavorato come fotografa e giornalista in oltre 30 paesi e ha girato documentari in Bolivia, Messico e Palestina.
Nel 2012 e nel 2013 Koutaniemi è stata selezionata come Fotografo dell’Anno in Finlandia ed ha vinto la categoria Foreign Reportage grazie al suo lavoro riguardante l’infibulazione, dal titolo Taken. Koutaniemi è uno dei membri fondatori dell’agenzia fotografica italiana Echo e componente del collettivo di fotografi finlandesi chiamato 11. Nel 2012 Koutaniemi ha ricevuto il Memorial Award di Tim Hetherington negli Stati Uniti, mentre nel 2013 si è aggiudicata il Memorial Award di Carina Appel in Finlandia. La fotografa ha esposto le sue foto in oltre 20 mostre in tutto il mondo e il suo primo libro Oasis è stato pubblicato in Finlandia nel 2013. Nel 2014 ha vinto il FreeLens Award del Lumix photo festival di Hannover, con il fotoreportage Taken. E’ stata selezionata come partecipante al Joop Swart ed alla VII Masterclass 2014.
Al momento Koutaniemi si sta concentrando sul suo progetto a lungo termine riguardante la mutilazione genitale femminile in diversi continenti.
Sito personale: www.meeri.fi