Visita con l’autore sabato 8 ottobre 2016 alle ore 11:30 e domenica 9 ottobre 2016 alle ore 16:30 presso il Collegio S. Francesco, via S. Francesco 21, Lodi.
09.2015-10.2015
Repubblica di Komi, Russia
Il popolo dei Komi risiede nella parte settentrionale della Russia e appartiene al gruppo etnico ugro-finnico.
La famiglia di Arteyevs appartiene al sottogruppo Komi-Izhemtsy, che vive tradizionalmente di allevamento di renne nella zona più settentrionale della Repubblica di Komi.
Con lo sviluppo dell’industria del petrolio, la Russia ha investito molto in progetti in Artide.
Questo minaccia il fragile ecosistema artico e lo stile e la qualità della vita dei Komi.
Gli oleodotti, di per sé, non sono pericolosi quanto i pozzi abbandonati e le nuove perforazioni.
I dipendenti del settore petrolifero, incuranti dei rischi ambientali, sono responsabili di innumerevoli fuoriuscite di petrolio. Ciò produce inquinamento del suolo e dell’acqua e si traduce in una serie di problemi etici, umanitari ed ecologici.
I rifiuti industriali rappresentano un altro problema. Funi metalliche, tavole con chiodi arrugginiti e pezzi di vetro feriscono le renne agli arti. Poichè esse pascolano nella tundra, una ferita del genere significa morte certa a causa di orsi bruni, ghiottoni o infezioni. Le renne rappresentano l’unico bene materiale che abbia un valore per i Komi e di conseguenza la popolazione, con la perdita di questi animali, si sta impoverendo.
L’acqua potabile inquinata, gli alti rischi nella tundra per renne e pastori, che lavorano in condizioni atmosferiche avverse, spingono molti Komi ad abbandonare il loro tradizionale stile di vita e a cercare impiego nelle compagnie petrolifere, i principali datori di lavoro nella regione. Per consentire agli allevatori di renne di rimanere nella tundra, la Russia li ha esentati dalla leva obbligatoria ma, nonostante ciò, la popolazione dei Komi è in costante diminuzione.
Testo di Greenpeace Germania
Link:
http://leltschuk.com/projects/the-arctic-of-komi/
Il reportage “To the last drop” del fotografo Dmitrij Leltschuk è stato vincitore del Greenpeace Photo Award 2014, organizzato da Greenpeace Switzerland e Greenpeace Germany.
Vota i vincitori del Greenpeace Photo Award 2016 a questo link:
http://photo-award.org/
Dmitrij Leltschuk è nato nel 1975 a Minsk, Bielorussia. Prima di trasferirsi in Germania, ha lavorato come giornalista freelance. Dal 2002 al 2007 ha studiato audio-visual media presso l’Università di Scienze Applicate di Amburgo. Dal 2007 Dmitrij Leltschuk lavora come fotografo freelance per riviste come GEO, Der Spiegel, Hinz & Kunzt, ecc.
Nei suoi lavori Dmitrij si concentra principalmente sulla fotografia documentaristica e di reportage. Le sue fotografie sono state esposte in mostre fotografiche internazionali in Svizzera, Germania, Bielorussia e Russia. Nel 2013 il suo libro «The Sand People of Schoina» / «Les hommes de sable de Choina» è stato pubblicato in francese e tedesco e, in collaborazione con Dominique de Rivaz, ha pubblicato il documentario «Elegy For a Lighthouse» / «Élégie pour un phare», dove Dmitrij ha lavorato come cameraman.
Link: http://leltschuk.com
Greenpeace è un’associazione internazionale indipendente, che, mediante campagne di denuncia, si adopera per cambiare opinioni e comportamenti al fine di proteggere e preservare l’ambiente e promuovere la pace.
Greenpeace è presente in più di 55 paesi in Europa, nelle Americhe, in Asia, in Africa e nel Pacifico. Per garantire la propria indipendenza non accetta fondi da enti pubblici o aziende, ma può contare sui contributi di privati e fondazioni.
Greenpeace conduce azioni contro il degrado ambientale sin dal 1971, quando una piccola barca di volontari e giornalisti giunse ad Amchitka, una zona a nord dell’Alaska, dove il governo degli Stati Uniti stava conducendo test nucleari sotterranei. Questa tradizione di ‘testimonianza’ non violenta continua ancora oggi e le nostre navi svolgono un ruolo fondamentale nelle nostre campagne.
La nostra missione è quella di denunciare i criminali ambientali e contestare pubblicamente i governi e le grandi compagnie quando falliscono nel loro compito di salvaguardare l’ambiente ed il nostro futuro.
Greenpeace Germania è stata fondata nel 1980. Le sue prime campagne si sono occupate di proteggere balene e foche, e di porre l’attenzione del pubblico sull’inquinamento chimico dell’ambiente causato dallo scarico in mare di acido diluito e dall’incenerimento di rifiuti tossici nel Mare del Nord. Le azioni spettacolari messe in atto hanno avuto ampia risonanza e ricevuto grande attenzione da parte dei media tedeschi. Ciò ha permesso a Greenpeace di fare pressione su coloro che inquinano l’ambiente e l’organizzazione ha conseguito rapidamente i primi successi che le hanno permesso di ottenere ampi riconoscimenti. Ha così conquistato sempre più sostenitori e donatori e, ad oggi, nella sola Germania circa 580.000 persone supportano Greenpeace attraverso i loro contributi.
Link:
http://www.greenpeace.de
http://www.greenpeace.org/international/en/