Arcs - Pig Iron - Il Ferro dei Porci


 

Visita guidata della mostra con l’autore Sabato 25 Ottobre, ore 14.00 – Collegio San Francesco, Via San Francesco 21, Lodi. MAPPA

Pig Iron è una mostra sulle gravi ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale negli stati brasiliani del Pará e del Maranhão, tra i più poveri del paese.

Nata come piccola impresa mineraria nel 1911, oggi la Vale è un colosso mondiale con un fatturato di 59 miliardi di dollari. Possiede miniere in Australia, Mozambico, Canada e Indonesia, industrie metallurgiche in Nord America ed Europa. Caposaldo della sua attività produttiva rimane, però, l’estrazione di ferro in Brasile, secondo produttore al mondo di questo minerale. Per trasportare il ferro dalle miniere del Pará al porto di São Luis nel Maranhão, Vale ha costruito una ferrovia di quasi 1000 km, lungo la quale ogni anno vengono trasportate più di 100 milioni di tonnellate di ferro destinate all’esportazione, una media di 300 mila tonnellate al giorno. Si tratta di circa 10 milioni di dollari che tutti i giorni vengono fatti annusare ai poveri senza che un centesimo finisca nelle loro tasche. Niente ospedali, niente scuole, niente miglioramento della qualità della vita. A loro vanno solo danni, sconquasso sociale e ambientale.

Le foto della mostra raccontano la storia, il quotidiano di queste persone, per non lasciare l’ultima parola ad un’economia di sfruttamento. L’autore non ha cercato né il dramma né il dolore, ma la speranza, la resistenza e la comunità. Tre ricchezze che non si calcolano con i numeri e che la gente brasiliana non ha ancora perso, malgrado tutto.

Queste foto fanno parte di un progetto più ampio, nato dalla collaborazione con l’Arci e la campagna Justiça nos Trilhos, una rete di associazioni e movimenti che lottano contro gli abusi e le prepotenze della multinazionale Vale. Un progetto che è diventato un libro, i cui ricavi sono stati destinati alla compagnia teatrale Juventude pela Paz, formata da un gruppo di giovani di Açailândia che fanno parte di Justiça nos Trilhos. Il teatro, come la fotografia, può essere un mezzo per informare e rendere coscienti le persone rispetto ai conflitti sociali, uno strumento di cambiamento personale, sociale e politico.

Da anni il fotografo Giulio Di Meo sostiene che “lo strumento fotografia può contribuire in qualche modo a combattere situazioni di piccole e grandi ingiustizie, di piccoli e grandi insulti quotidiani” e che si possa provare ad utilizzare la fotografia non solo come mezzo di informazione e sensibilizzazione, ma anche come strumento di coinvolgimento e partecipazione verso azioni concrete e solidali.

Link sito web del progetto: www.pigiron.it

Giulio Di Meo - Arcs

foto_dimeoGiulio Di Meo (Capua, 1976) è un fotografo italiano impegnato da più di dieci anni nell’ambito del reportage e della didattica. Organizza incontri e workshop di fotografia sociale e di street, in Italia e all’estero, e laboratori per bambini, adolescenti, immigrati e disabili per promuovere la fotografia come strumento di espressione e di integrazione. Fotografo freelance, porta avanti i propri progetti in modo indipendente, non lavora né per agenzie, né per riviste. Fondatore del collettivo Workshophotolab e redattore di Witness Journal, prima rivista di fotogiornalismo online in Italia. Collabora con diverse associazioni e ONG, in particolar modo con l’Arci, con la quale dal 2007 organizza workshop di fotografia sociale in diverse realtà del Sud del mondo (Brasile, Cuba, Saharawi).

Crede nella fotografia come strumento per informare e denunciare, come mezzo di cambiamento personale, sociale e politico. “è questa la mia fotografia, quella che amo e che mi piace definire sociale: una fotografia fatta di lotta, rabbia, indignazione ma anche di amore, passione, speranza…una fotografia impregnata da un’intensa umanità”.

È convinto che il reporter non può limitarsi solo a informare ma deve agire concretamente, impegnandosi nelle realtà che documenta.

A partire dal 2003 lavora al progetto fotografico Riflessi Antagonisti sulle realtà e lo sfruttamento dei paesi latinoamericani e dal 2006 a Obiettivo Saharawi sulle condizioni di vita nei campi profughi. Tra i suoi reportage: del 2005 Riflessi Cubani offre stralci di quotidiano sull’isola e del 2006 Tra cielo e terra, sulla quotidianità delle Favelas di Rio de Janeiro. Nel 2007 realizza, per il cinquantesimo anniversario dell’Arci, il libro Cinquant’anni di sguardi, un viaggio attraverso i circoli in Italia. Del 2008 sono i lavori Casa Luzzi, vive, documentario fotografico dell’occupazione di un ex-ospedale di Firenze da parte di 350 famiglie di immigrati e Fiori di strada sulla vita delle prostitute di Bologna. Nel 2011 torna ad occuparsi del Brasile con i lavori sulla favela Rocinha di Rio de Janeiro e sull’occupazione urbana Dandara di Belo Horizonte. Nel gennaio 2013 pubblica il libro Pig Iron, le cui immagini raccontano le gravi ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale negli stati brasiliani del Pará e del Maranhão, tra i più poveri del paese. Grazie alle vendite del libro sono stati donati, finora, 4.500 euro a un progetto teatrale portato avanti dalla compagnia teatrale “Juventudes pela Paz”, formata da un gruppo di giovani della città di Açailândia, nel nordest del Brasile. Attualmente sta lavorando a due pubblicazioni in uscita entro l’anno, una sul Movimento Sem Terra in Brasile, l’altra sui campi profughi saharawi.

Di Meo, negli anni, ha realizzato mostre, calendari, poster e incontri al fine di raccogliere fondi per i progetti sociali che si muovono intorno alle realtà di cui si è occupato nei suoi reportage. Di Meo ha ascoltato molto e ne ha fatto immagini, guidato dalla speranza che il tempo e la storia, che premiano solo i vincitori, non dimenticassero gli attimi fatti passare in sordina. A quegli attimi ha dato una luce, con quegli attimi cerca di suscitare l’indignazione di fronte all’ingiustizia.

Sito personale: www.giuliodimeo.it

 

logo_arcsArci Cultura e Sviluppo (ARCS) è la organizzazione non governativa (ONG) dell’Arci, un’associazione nazionale per la promozione sociale nata nel 1957.

ARCS è un’associazione senza scopo di lucro di cooperazione, solidarietà e volontariato nazionale e internazionale, riconosciuta come organizzazione non governativa (ONG) dal Ministero degli Affari Esteri. È inoltre iscritta al registro nazionale delle associazioni di promozione sociale.

È nata nel 1985 per realizzare all’estero la mission dell’Arci: il sostegno all’associazionismo e alle iniziative della società civile organizzata come strumenti per la partecipazione attiva di tutti i cittadini, donne, bambini, giovani, anziani e migranti alla vita della comunità attraverso la promozione di tutte le forme di aggregazione e associazionismo civile.

Cooperare significa per ARCS coinvolgere le comunità e gli individui, tessere relazioni tra i territori attraverso tante attività: scambi e dialogo interculturale, giustizia, coesione e integrazione sociale, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e ambientale, difesa dei beni comuni e diffusione di stili di vita socialmente sostenibili, affermazione dei diritti delle giovani generazioni, empowerment di genere, legalità, lavoro dignitoso per l’affermazione di un mondo più giusto e di pace, con al centro il protagonismo della società civile.

ARCS opera in diversi paesi dell’Europa, dell’Africa, dell’America Latina, del Mediterraneo e del Medio Oriente,  realizzando programmi e progetti di cooperazione e aiuto umanitario, promuovendo iniziative di sensibilizzazione e informazione dell’opinione pubblica, sostenendo campagne tematiche e attività di educazione alla cittadinanza attiva globale, scambi internazionali e volontariato, workshop fotografici e campi di conoscenza.

Attualmente lavorano in:

Africa: Camerun, Mozambico, Ruanda, Senegal, Tanzania

America centrale e meridionale: Brasile, Colombia, Cuba, Haiti, Repubblica Dominicana

Asia: Afghanistan

Balcani: Bosnia Erzegovina, Kosovo, Serbia

Medio Oriente: Giordania, Libano, Territori Palestinesi

Mediterraneo: Marocco, Tunisia, Sahara occidentale

Sito: www.arciculturaesviluppo.it