Ed Kashi - Under Cane: A Worker"s Epidemic


 

Visita guidata domenica 11 ottobre 2015 ore 11.30 presso l’ex Chiesa di San Cristoforo, via Fanfulla 14, Lodi.

In Nicaragua l’aspettativa di vita media di un lavoratore di canna da zucchero è di 49 anni. All’origine di queste morti premature vi è un’epidemia conosciuta come malattia renale cronica da cause non tradizionali (CKDnT). Nel paese di Chichigalpa, chiamato anche “L’isola delle Vedove”, un uomo su tre (per lo più lavoratore di canna da zucchero) soffre di insufficienza renale allo stadio terminale a causa di questa malattia fatale, che rappresenta sia un problema di salute pubblica sia un’ingiustizia sociale. Nella sola America Centrale oltre 20.000 coltivatori di canna da zucchero sono morti a causa della CKDnT negli ultimi dieci anni.

Oltre al Nicaragua la nazione centro americana di El Salvador è anch’essa colpita da questa epidemia. Secondo il Center for Public Integrity i decessi causati dalla CKDnT in Nicaragua e in El Salvador (i due paesi col più alto tasso di mortalità dovuta a questa malattia) hanno superato quelli determinati dall’insieme di HIV/AIDS, diabete e leucemia.

Ricerche sulla CKDnT indicano che la disidratazione ripetuta, il caldo estremo e le tossine ambientali potrebbero giocare un grosso ruolo nell’incremento dei decessi tra i lavoratori della canna da zucchero. Queste ipotesi necessitano di una continua ricerca e di una maggiore informazione mediatica per trovare una soluzione a questo problema critico e diffuso.

Un’azienda privata che tratta la canna da zucchero a El Salvador è stata la prima in America Centrale a mettere in atto dei comportamenti per contrastare la CKDnT. Qui le condizioni lavorative sono migliorate grazie a delle pause obbligatorie e all’accesso garantito ad acqua ed ombra. Tuttavia, considerando che questa malattia letale costituisce sia un enorme problema di salute pubblica sia un’ingiustizia sociale, è fondamentale che vengano effettuate ulteriori analisi e proposte soluzioni così da creare un impatto positivo nelle vite dei lavoratori malati, delle loro famiglie e delle comunità locali.

Usando il potere della fotografia e delle immagini video per educare, sostenere e creare una coscienza collettiva, Ed Kashi dichiara “La mia passione e il mio impegno nel prendere parte a un cambiamento positivo è solamente cresciuta con il vedere un altro bambino rimasto orfano e un’altra famiglia dover fronteggiare una malattia evitabile”.

Testo di Ed Kashi

Link:
www.laislafoundation.org
www.viiphoto.com

 

Ed Kashi

Ed Kashi 2015 Headshots“Tratto problematiche che parlano dello stato dell’umanità e del nostro mondo e credo fermamente nel potere che le immagini hanno di cambiare un’opinione. Sono mosso dalla convinzione che un lavoro di fotogiornalismo o di fotografia documentaristica possa avere un impatto positivo. L’accesso che mi viene donato dalle persone nelle loro vite è prezioso e fondamentale per poter fare questo lavoro. Questa apertura porta con sé un enorme senso di responsabilità nel raccontare la verità, ma anche di onorare le loro storie.”

Ed Kashi è un fotogiornalista, un video operatore e un insegnante dedito alla documentazione delle problematiche sociali e politiche che definiscono i nostri tempi. Un occhio sensibile e un legame stretto coi soggetti che sceglie sono la firma dei suoi lavori. Membro dell’agenzia fotografica VII Photo Agency, Kashi è stato premiato per le sue complesse raffigurazioni e per i suoi racconti sulle condizioni umane.

Mentre il mondo della fotografia è in continuo mutamento, Kashi accoglie ogni innovazione. Ha realizzato storie che uniscono fotografia e video producendo alcuni short diventati molto influenti e che recentemente sono stati premiati al POYi Awards come 2015’s Multimedia Photographer of the Year.

L’affinità con la tecnologia di Kashi ha creato la possibilità di progetti creativi per i social media per una varia gamma di clienti tra cui il National Geographic, Open Society Foundation, The New Yorker e MSNBC. Dall’implementare un approccio unico alla fotografia e al video nel suo Progetto del 2006 Iraqui Kurdistan Flipbook, alla copertura tramite Instagram dell’uragano Sandy per TIME Magazine nel 2012, Kashi continua a creare nuovi metodi di comunicazione.

Voce importante nel mondo del fotogiornalismo, Kashi spesso tiene delle lectures su vari argomenti in istituti d’arte, università, scuole e organizzazioni professionali. I suoi lavori sono stati esposti in tutto il mondo e hanno ricevuto numerosi premi da American Photography, Communication Arts, PDN’s Photo Annual, Picture of the Year International, World Press Photo e molti altri. Inoltre i suoi assignment e progetti personali hanno dato origine a sette libri che includono Curse of the Black Gold, 50 Years of Oil in the Niger Delta, THREE e Photojorunalism.

Nel 2002 Kashi in collaborazione con sua moglie, la scrittrice e video operatrice Julie Winokur, fonda Talking Eyes Media. Questa società non-profit ha prodotto numerosi short, mostre, libri e multimedia che indagano importanti problematiche sociali.

“Ed Kashi è intelligente, coraggioso e compassionevole. Coglie sempre le sfumature dei suoi soggetti. Senza paura si reca in posti dove pochi oserebbero. E con empatia cattura l’anima di ogni situazione.” [David Griffin, Former Visuals Editor, The Washington Post]

Sito Web: www.edkashi.com