Mariano Silletti - Ludovicu


 

World.Report Award 2015 – Short Story Award

Motivazioni del premio

Un racconto che riesce a unire il mondo reale della cronaca ad un mondo lontano, fatto di terra, persone e luoghi nascosti.
Un confine, una linea che il fotografo riesce a comunicare con grande profondità di sguardo che solo chi è personalmente coinvolto nella situazione riesce a esprimere.
La ricerca di Ludovicu diviene la sottile linea visiva che unisce il territorio alle sue persone ed emozioni.
La giuria, dopo un’attenta e approfondita valutazione, ha attribuito il premio all’unanimità.

 

Visita guidata domenica 18 ottobre 2015 ore 10 presso Palazzo Barni, Corso Vittorio Emanuele II 17, Lodi. 

Ludovicu è scomparso. Da sette anni abitava a Montescaglioso (MT). Era arrivato, con la sua famiglia, dalla Romania. Ludovicu ha appena 57 anni, da tempo soffriva di Alzheimer. Un giorno di dicembre del 2013, è uscito di casa e non è più tornato. Veronica, sua moglie, lo ha atteso per ore. Alla fine è venuta alla nostra caserma. La storia di Ludovicu ha toccato la mia anima. E io, carabiniere e fotografo per passione profonda, non volevo che questa storia fosse dimenticata.

In inverno, la notte arriva con troppa velocità. La casa di Ludovicu è al centro del paese. Tutto aveva il sapore della povertà. Le mura umide e scrostate. E poi, il dolore di Veronica. La sua stanchezza. Avevamo bisogno dei vestiti di suo marito: ha tirato fuori con lentezza i pantaloni, la biancheria. I cani dovevano annusarli per cercare una traccia. Veronica ha dovuto spiegare al nipote. Un abbraccio. Il pianto improvviso.

Ludovicu e Veronica, migranti rumeni, sono lo specchio nascosto del nostro destino antico di gente del Sud. Vorremmo dare una speranza a Veronica. Combattiamo i cattivi presentimenti, vogliamo ritrovare quell’uomo smarrito. Le occhiaie, le rughe di Veronica sono le stesse delle nostre donne. Cerchiamo nelle campagne, entriamo in casolari abbandonati. Vi troviamo altre storie, intrecci dei cammini di altri uomini e donne. E’ un paesaggio di malinconia in questo inverno. Guardo il tufo dei casolari, le argille delle nostre colline: le ombre arrivano troppo in fretta. Cerchiamo. Anche quando siamo stanchi e sfiduciati.

Scatto foto. Cerco la luce e trovo le ombre. Non ce lo diciamo, ma vorremmo una certezza. Quale essa sia. Veronica non può vivere senza sapere. Nemmeno noi ci riusciamo. Vogliamo sconfiggere l’ignoto.

Le mie foto raccontano la nostra ansia, la voglia di rivedere Ludovicu. Penso che fino ad ora non avevamo mai notato quest’uomo. Mentre lo cercavamo, ci siamo imbattuti in mille mondi diversi. Altri migranti, i pastori, i contadini, i nostri paesani. Ho guardato a tutti loro con altri occhi.

La nostra ricerca è stata ostinata, i miei obiettivi hanno sfuocato, per dire meglio quanto ci stava accadendo. Ho sfiorato un mistero, e me ne sono reso conto. Ho visto paura e dolore. Un uomo svanisce senza lasciare alcuna traccia. Mi sono sentito circondato da ombre e volevo che si dissolvessero. Una primavera, dopo l’inverno. Volevo che ci fosse un conforto anche nel pieno di questi mesi di oscurità.

A oggi Ludovicu non è ricomparso.

Testo di Mariano Silletti.

 

Mariano Silletti

Silletti ritratto quadratoMariano Silletti nasce a Pisticci (MT) nel 1972 e vive attualmente a Matera. 

Giovanissimo si arruola nell’Arma dei Carabinieri. Nel 1997 studia fotografia a Bari. I suoi scatti raccontano il mondo osservato da chi, per mestiere, vive quotidianamente le storie di uomini e donne comuni, la vita e, spesso, le difficoltà.

Immagini che suscitano grandi emozioni e documentano la cronaca dei nostri tempi, attraverso il reportage. Nel 2015 il suo progetto “Domus Sapiens” è stato selezionato come uno dei migliori progetti del Leica Talent.

Sito internet: www.marianosilletti.com